I South Boys nascono nell'estate 2002. Di certo dopo una retrocessione non era il clima giusto per far nascere un nuovo gruppo e sicuramente il morale era sotto i piedi ma c’era la convinzione che qualcosa si doveva fare per dare continuità ad un progetto nato anni prima e a riscattare la voglia ultras dei giovani neretini. In un estate che volava via sempre più velocemente si riesce a fare lo striscione portante del gruppo, si riesce a trovare una sede e soprattutto si riescono a fare 120 tesserati che erano una ottima base di partenza. Nel frattempo il presidente Papadia aveva allestito uno squadrone che doveva subito riportarci in C ridando fiducia ad un ambiente troppe volte tradito e depredato dai suoi rappresentanti. Come al solito si comincia male e si finisce peggio riuscendo ad ottenere la salvezza all’ultima di campionato e dovendo affrontare per la prima volta dopo 14 anni una vera crisi societaria dopo le dimissioni di Papadia. Noi?? Noi andiamo benissimo non saltando neanche una trasferta e rimanendo sempre vicino alla nostra squadra riuscendo anche a fare cose importanti come 100 neretini a Matera, 400 a Casarano, 400 a Manduria e via dicendo. Come primo anno si poteva essere soddisfatti e mentre il Nardò rischia di sparire dal panorama calcistico, noi ci organizziamo per affrontare con dignità quello che doveva essere l’anno più buio della storia granata. L'anno successivo, invece, con pochi soldi si riesce a mettere su una squadra umile ma combattiva che fino all’ultima di campionato lotta testa a testa con le squadre di vertice giungendo in 3° posizione.
Questo è stato per noi un anno importantissimo in cui si sono create le prime felpe, le prime magliette e i primi adesivi. Il gruppo cresceva a vista d’occhio e c’era sempre più la convinzione di aver creato quell’unità di intenti indispensabile per un gruppo ultras che vuole crescere ancora. Si arriva così all’anno scorso dove si retrocede per la prima volta nella nostra storia in Eccellenza ma con grande orgoglio e con la convinzione di aver rispettato le ambizioni e le tradizioni della nostra tifoseria. L’unica cosa che mi viene in mente della stagione passata e la magnifica coreografia messa in atto nel derby contro il Gallipoli, in una situazione paradossale dove loro venivano a festeggiare la C2 in casa nostra e noi fermi lì al terzultimo posto senza poter ambire a niente se non i play out.
E’ stata una settimana che chi l’ha vissuta la porterà sempre con se. La forza dell’orgoglio neretino che si vuole ribellare alla fine di un ciclo che per anni ci aveva visti protagonisti. La voglia e la tenacia di una ventina di ragazzi che volevano dimostrare al mondo intero che Nardò è grande anche quando la sorte non le sorride. Una coreografia maestosa, finita poche ore prima del derby e che aveva visto notti e giorni interi di lavoro. Un lavoro ripagato prima dai 10 minuti di silenzio dei gallipolini alla vista di tanta maestosità e poi premiata dalla lega di serie D con il secondo posto assoluto in tutta Italia. Sempre nello stesso anno vanno ricordati i 500 neretini a Gallipoli e i 400 neretini in terra laziale contro il Mentana nel cui epilogo si è segnato uno dei giorni più brutti della storia del calcio di Nardò e soprattutto i venti ragazzi di Calangianus capaci di seguire la squadra penultima anche in Sardegna sostenendo dei costi assurdi ma con la convinzione che c’era un impresa d compiere, c’era una storia d difendere e c’era una tradizione da rispettare.